STORIA DELLA SEO: EVOLUZIONE DAL 1997 AD OGGI
Le origini della SEO sono da ricondurre agli anni ‘90. Il primo sito web andò online nel 1991, e già nel 1997 se ne contavano più di un milione.
Questo sviluppo improvviso portò con sé la necessità di organizzare la grande quantità di dati ormai presenti sul web. Agli esordi si trattava di un’attività molto semplice: fornire ai vari motori di ricerca l’url della pagina. I motori di ricerca non erano altro che delle directory in grado di offrire delle liste di link. Originariamente, quindi, i motori di ricerca venivano gestiti manualmente. Successivamente, grazie a tutte le grandi evoluzioni a cui abbiamo assistito, siamo giunti a quella che viene definita machine learning, una sorta di intelligenza artificiale. Un bel salto insomma.
La storia della SEO passa attraverso diverse date storiche. Iniziamo dalle prime tre:
1994: nascita di WebCrawler, il primo motore di ricerca
1996: nascita di BackRub, che in futuro diventerà Google
1997: nascita del termine “ottimizzazione per i motori di ricerca”
Dal ‘97 in poi il ranking sui motori di ricerca inizia a essere considerato un parametro molto importante e ben presto nascono gli algoritmi, che portano i web master a dover fornire ai motori di ricerca i meta-tag per l’ottimizzazione.
Si inizia allora a parlare di keywords, ma i siti non vengono ancora classificati in base al valore dei loro contenuti. Ciò avverrà solo più in là ed i siti web inizieranno ad essere costituiti da una combinazione di fattori quali specifiche keywords, contenuti di un certo interesse, immagini di qualità, tag, descrizioni adeguate e molto altro.
Tra il ‘99 e il 2009 i motori di ricerca hanno man mano aggiornato i loro algoritmi, costringendo tutti a prendere familiarità con meta-keyword, meta-title, hyperlink e molto altro.
Allo stesso tempo, però, vengono sviluppate delle tecniche di manipolazione del ranking, a cui i motori di ricerca rispondono con algoritmi sempre più complessi.
Google è stato il primo motore di ricerca a dare un peso così alto ai collegamenti ipertestuali, dando ai siti con link inbound un migliore posizionamento nella SERP.
Una mossa dagli effetti notevoli.
La risposta di Google alle pratiche illecite di manipolazione del ranking è stata quella di penalizzare i siti che ne facessero uso.
Google lancia Caffeine nel 2009, Panda nel 2011, Penguin nel 2012 e Hummingbird nel 2013.
Tra i principali update di Google:
Il Google Panda update del 2011 si focalizza sui contenuti e penalizza quelli duplicati. Il Penguin update del 2012 si concentra contro lo spam e il black hat SEO. Dopo il Penguin update, Google dà la possibilità ai siti web di recuperare il terreno perso grazie a un disavow tool con il quale poter eliminare i link negativi al proprio sito. Rimuovendo i backlink di spam, i commenti e tutte le attività sospette, i siti hanno quindi l’opportunità di rimediare, superando le penalità e rientrando nella SERP. Il Google Hummingbird update nel 2013 si concentra sulla ricerca semantica e vocale. Il Google Pigeon update riguarda la “ricerca locale” e modifica i risultati di ricerca in base alla geo-localizzazione dell’utente. Nel 2015 Google introduce RankBrain, un sistema di intelligenza artificiale utilizzato per aiutare a processare i risultati di ricerca migliori presenti in rete. Il Mobilgeddon, dell’aprile 2015, dà invece un grande valore alla navigazione mobile e spinge i siti web ad avere necessariamente un design responsive per non scomparire dalle SERP nelle ricerche da dispositivi mobili. L’aggiornamento chiamato “Mobile-friendly 2 ” del 2016 punta infatti ad incrementare la visibilità dei siti mobile friendly nei risultati di ricerca. Nel tempo, con i suoi aggiornamenti, Google ha costretto gli addetti al settore ad adeguarsi costantemente a nuove regole, spingendoli sempre più alla creazione di siti con contenuti di qualità, di interesse reale, sostenuti eventualmente anche da una strategia di social media marketing e non da pratiche illecite. Un sito con un buon ranking è oggi, verosimilmente, un sito realizzato con l’aiuto di un valido esperto SEO, che abbia non solo competenze relative alla creazione dei contenuti, ma anche alla corretta diffusione degli stessi.
Inoltre, oggi l’ottimizzazione è sempre più mobile, come dimostrano gli ultimi update di Google. La maggior parte degli utenti naviga ormai quasi solo su smartphone o tablet, dunque un esperto SEO deve essere in grado di fronteggiare anche tutte le peculiarità relative alla mobile experience.
Prima dell’avvento di Facebook, Twitter e i vari social network, la condivisione online avveniva tramite email e instant messaging.
Oggi invece social media e SEO vanno di pari passo. La SEO moderna non può ignorare il fondamentale ruolo dei social network e la loro capacità di massimizzare i risultati di un messaggio.
Ogni anno Google cambia il suo algoritmo dalle 500 alle 600 volte, si tratta perlopiù di piccole modifiche ma, di tanto in tanto, come abbiamo visto, vengono lanciati degli aggiornamenti di grande portata che sono in grado di modificare sensibilmente i risultati di ricerca.
La storia della SEO ci insegna che, sin dalle origini, i cambiamenti e gli aggiornamenti sono continui e dunque sicuramente non si fermeranno qui. Nel giro di pochi anni la SEO potrebbe essere totalmente diversa da quella a cui siamo abituati oggi e l’unica opzione possibile sarà quella di adeguarsi continuamente, essere costantemente aggiornati e seguire sempre le nuove linee guida.
Il web sarà sempre più mobile: già oggi il 70% del traffico su internet proviene da dispositivi mobili.
Con uno sguardo al futuro possiamo immaginare anche una crescente ricerca sui social media e, per quanto riguarda i motori di ricerca, una ulteriore crescita anche nel voice search. Tutti segnali di un modo nuovo di utilizzare la rete che non possono essere sottovalutati dato il loro innegabile impatto sulle ricerche. Queste sono solo alcune delle previsioni future per la SEO, ma Google è sempre pronto ad evolversi ancora e ancora.
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